mercoledì 25 novembre 2015

Un grazie, a volte, è troppo poco: un ricordo di Giuseppe Battaini

Ricordare una persona che è mancata è sempre impresa difficile: si rischia di dire troppo o troppo poco o di violare quei momenti che si sono vissuti insieme e che sono, spesso, privati. Ma parlare di Giuseppe Battaini è doveroso e vogliamo farlo con la stessa delicatezza che egli richiedeva nei rapporti personali.
Mi definisco in meteco, poiché non sono nato a Castiglione Olona e ci vivo solo da una trentina d’anni: ma sono bastati per incrociare una persona riservata ma, allo stesso tempo, pronta ad aprirsi. Cosa che con me ha fatto in alcuni momenti lasciandomi sempre qualcosa di sé.
Sono pensieri sparsi e mediati da una certa nostalgia. Forse non istituzionali, ma tant’è.

Penso a Giuseppe Battaini nel giorno in cui vennero inviate le due carrozze che oggi sono vicino alla stazione della Valmorea. Io arrivai verso le sette di sera; lui era già là, mi disse, dalle otto di mattina, perché l’arrivo era previsto per quell’ora. Qualcuno, passando durante la giornata, lo aveva salutato e gli aveva chiesto cosa facesse lì e lui, mi disse, aveva risposto candidamente e con un filo di ironia “Aspetto il treno”. “Sono sicuro, mi confidò con il sorriso sulle labbra, che mi hanno preso per matto.”

Penso a Giuseppe Battaini quando mi fece da guida nei meandri della Collegiata. Fu una visita speciale, perché mi portò proprio in ogni angolo, anche dove, ancora oggi, pochi sono entrati. Per ogni luogo che visitavamo, aveva qualcosa da raccontare e da ricordare sulla figura del cardinal Branda e sulle persone che, via via, erano vissute in quegli spazi.

Penso ad un dono che Giuseppe Battaini mi fece, quando mi consegnò alcuni documenti che suo padre aveva stilato come promemoria degli avvenimenti che seguivano gli anni della pubblicazione del libro di don Eugenio Cazzani su Castiglione Olona. Erano fogli A3 che conservo in fotocopia nella cartelletta con gli scritti su Castiglione Olona.

Penso a Giuseppe Battaini ed al suo amore per Castiglione Olona. Amore che manifestava, al pari di un altro grande castiglionese, Roberto Cazzani, raccontando la storia della sua città e del suo mecenate con una dovizia di particolari che credo insuperabile: la sua conoscenza e passione era unica.

Penso a Giuseppe Battaini, nella veste di sindaco, quando un giorno, entrambi figuranti al Palio dei castelli, mi confidò che per lui essere a quella cerimonia era molto doloroso, perché suo padre, anni prima, si era spento proprio nel giorno in cui si apriva il Palio.

Penso a Giuseppe Battaini ed al regalo che fece a Castiglione Olona quando, nel periodo del suo mandato, con la compagnia del teatro Arcobaleno di Silvia Donadoni, fece sì che il Centro storico ospitasse Dante, Manzoni, Ibsen, Sakespeare, Rilke, Jacopone da Todi: anni di rappresentazioni teatrali che elevarono Castiglione Olona al rango di città della cultura.

Penso a Giuseppe Battaini quando mi raccontò che, un giorno, precorrendo i tempi, quando ancora era sindaco di Milano Letizia Moratti, si presentò da lei dicendole che Castiglione Olona era pronta a diventare partner della metropoli per Expo 2015. E la Moratti, un po’ stupita, si congratulò con lui dicendogli che lei, il sindaco della città che avrebbe ospitato la manifestazione, non ci aveva ancora pensato.

Penso a Giuseppe Battaini quando mi diceva che sfruttava ogni occasione pubblica e privata per parlare di Castiglione Olona e che, quando qualcuno gli si avvicinava per ringraziarlo e congratularsi, lui allungava la mano aperta con la palma all’insù (e mimava il gesto, ogni volta che mi raccontava questo particolare) dicendo: “bene adesso che conoscete Castiglione Olona, dateci una mano, anche in soldoni, per farla crescere."

Penso a Giuseppe Battaini quando, insieme, preparavamo le pagine dell’informatore comunale. Pensava il suo articolo di fondo, lo compitava ad alta voce e lo scriveva con una matita; ma, quando si correggeva, metodicamente cancellava e riscriveva. Una pazienza e meticolosità che io non avrei mai avuto. Come quando mi fece notare che, in un comunicato che avevo spedito ai colleghi giornalisti, c’era un errore di battitura.

Infine, penso a Giuseppe Battaini che, in ogni occasione, aveva modo di scambiare due parole con me: anche solo per una riflessione a voce alta. Ma onorandomi delle sue confidenze.

Questo per me era Giuseppe Battaini. Con la sua riservatezza, con il suo essere a volte autoironico, con la sua profonda cultura, con il suo impegno per la sua città a cui, certo, mancherà molto.


Ugo Marelli

Il te con l’autore chiude il suo secondo anno di attività

Si chiude il secondo anno della manifestazione “Il te con l’autore” proposta dall’associazione “Borgo antico” con la presentazione de “L’orto fascista” di Ernesto Masina. Appuntamento domenica 29 alle 17, presso la sala conferenze della Collegiata di Castiglione Olona.

“Con questa giornata, dice il presidente, Ugo Marelli, chiudiamo il secondo anno di attività culturale della nostra associazione, e possiamo tracciare un bilancio. In questi due anni abbiamo ospitato 22 autori che ci hanno deliziato proponendo ogni mese, l’ultima domenica, un incontro che ci ha permesso di spaziare nei vari generi della narrativa, con un occhio strizzato verso il giallo. Che sta andando molto forte in questi ultimi anni. Ovviamente, da gennaio riprenderemo con le nostre presentazioni e con un calendario sempre più folto. In una cornice invidiabile.”

L’incontro di domenica prossima vede protagonista Ernesto Masina, un giovane ottantenne che snobba la sua età con aplomb inglese, autoironia, grande capacità di raccontare se stesso e le sue storie. Ha un passato sportivo, è cavaliere della Repubblica, si interessa di volontariato ed è decano dei periti del tribunale. “Ho deciso di scrivere, ha detto, perché ero stanco di leggere storie complicate e difficili da seguire. Ergo, ne ho scritta una come piace a me. Scovando anche alcuni personaggi reali che ho inserito nel mio racconto.

“L’orto fascista” è una storia ambientata negli anni terminali della dittatura. Siamo nel 1943, a Breno, in Valcamonica. I fascisti tentano ancora di mettersi in mostra, ma ormai la fronda incomincia a farsi sentire. E l’obiettivo è il drappello di tedeschi che si è insediato nel paese. Una girandola di avvenimenti e di equivoci vede protagonisti anche la maestra Lucia, custode dell’orto fascista, ed il collaborazionista don Pompeo. Anche i bambini, a loro modo, trovano l’occasione per dire la loro.

Un romanzo gustoso, scritto bene che coinvolge dalle prime pagine e non abbandona il lettore fino all’ultimo.

Busto Arsizio: un giorno dedicato al benessere con Anima e Corpo festival

Si svolge domenica 29, presso il Museo del Tessile di via Volta a Busto Arsizio, la prima edizione di un evento interamente dedicato al benessere. Si tratta di Anima e Corpo festival, un’iniziativa che prende il via alle 10 del mattino per chiudersi alla sera alle 21. “Una giornata, dicono gli organizzatori, interamente dedicata alla cultura olistica che ha lo scopo di portare al benessere psicofisico attraverso un’alimentazione sana e vegana, attraverso la formazione etica ma non solo.”

Nei due saloni espositivi del Museo del Tessile, con ingresso da via Galvani, di potrà accedere a oltre trenta stand dedicati, dieci conferenze no stop, un documentario e dieci attività per il corpo. Lo scopo è quello di creare nuovi ritmi alla scoperta di una nuova dimensione dell’essere e del benessere sotto ogni aspetto. Anche i momenti di ristoro saranno all’insegna di questa filosofia, poiché la cucina sarà di tipo vegan, con piatti freddi, estratti di frutta e verdura e caffè biologico. Tra le altre attività mini conferenze e workshop.

Tra le presenze illustri, il professore Claudio Bonvecchio, dell'Università Insubria di Varese, filosofo e noto esperto di tematiche in ambito simbolico, che tratterà l'argomento 'La vita come simbolo' alle 15; subito dopo alle 16, il dottor Riccardo Magnani, noto esperto di Leonardo, parlerà di come, all'interno delle opere del genio, sia in realtà celato un messaggio universale, riferibile alle armonie ed al suono delle sfere celesti. Sarà poi l’occasione di ascoltare la voce della cantante Thea Crudi, in due appuntamenti dedicati ad un concerto terapia (alle 11:30 ed alle 17:30) , dove tutti potranno intonare insieme a lei i suoni sacri degli inni indovedici, e constatarne direttamente i benefici.
L’ingresso e la partecipazione sono gratuiti.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito http://www.animaecorpofestival.com